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15 Luglio 2014Con il ritorno della primavera, coloro che soffrono di ansia o che maggiormente subiscono i sintomi dello stress, incorrono in un riacutizzarsi dei questi ultimi e delle patologie ad essi collegati.
Ma quali sono le cause? Come si spiega questo generale malessere fisico e psichico?
L'aumento della temperatura e l'allungarsi delle giornate, incidono profondamente sull'equilibrio biochimico celebrale e su quei meccanismi fisiologici e psicologici che vanno sedimentandosi durante la stagione fredda. Le reazioni sono molto soggettive ma si nota una linea comune in tutti quei soggetti predisposti a reazioni emotive più forti. Le reazione fisica e psicologica al cambio di stagione può essere molto dura per i soggetti ansiosi, a tal punto, che una grande maggioranza di loro deve ricorrere a terapie farmacologiche. Fisicamente la persona ansiosa può reagire provando profondi stati di stanchezza e apatia. Psicologicamente, le alterne condizioni climatiche tipiche della primavera, l'aumento generale dell'attività fisica, il cambio d'orario, possano portare alla perdita di quell'equilibrio, fondamentale per l’ansioso, che raggiungiamo durante l’inverno. La primavera si presenta come una serie di novità che possono incrinare le sicurezze, fisiche e mentali, della persona.
Anche l'aumento delle ore di luce è un notevole stress per coloro che soffrono di affaticamento psicologico. Il corpo umano, per la maggior esposizione alla luce, produce molto più cortisolo, detto anche ormone dello stress, melatonina e serotonina. Il cortisolo è un “accelerante naturale” che aiuta il corpo ad affrontare il maggior consumo di energia che si ha con l'allungarsi delle giornate. Questo ormone può portare, anche in coloro che non soffrono di depressione o affaticamento psicologico, a nervosismo, insonnia, sbalzi d'umore, per queste ragioni è quasi deleterio per i soggetti più deboli a livello emozionale. La melatonina è l'ormone regolatore del ciclo sonno/veglia, e la maggior produzione porta a quella sonnolenza tipica dei primi mesi della primavera che, in un soggetto ansioso, si tramuta in ansia da risveglio.
Se quindi la primavera è una stagione difficile da affrontare per le persone che non soffrono di nessun tipo di disturbo ansioso, per coloro che invece ne risentono maggiormente, i fattori biochimici portati dal cambio di stagione, possono incidere fortemente in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Se gli sbalzi d'umore, l'inappetenza, il nervosismo sono i sintomi più comuni, crisi di panico, vertigini, svenimenti e fame d'aria, sono le reazioni di chi, invece, reagisce maggiormente alle sollecitazioni emozionali.
Come risolvere il problema
Le reazioni al cambio di stagione (sia primaverile che autunnale) sono fortemente soggettive e più o meno gravi, ma ci sono dei piccoli accorgimenti da seguire per cercare di alleviare la sintomatologia psicofisiologica. Essendo queste reazioni legate soprattutto all'aumentare delle ore di luce e alla temperatura, si possono prendere queste precauzioni:
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- Abituarsi gradatamente alla luminosità, l'esposizione deve essere consumata poco alla volta indossando occhiali da sole e aumentando di volta in volta il tempo passato all'aria aperta.
- Indossare un abbigliamento comodo per evitare il brusco innalzarsi della temperatura corporea o il brusco abbassamento. Queste situazioni possono portare a momenti di disagio e a relative reazioni fisiche (mancanza di respiro, vertigine, sudorazione intensa).
- Evitare spazi troppo affollati dove, temperatura e rumore, possono concorrere ad aumentare la sensazione di disagio.
- Dosare le proprie forze. Questo vale soprattutto per le donne e gli sportivi occasionali. L'allungarsi delle giornate può indurre a voler svolgere attività domestiche o sportive che durante i mesi invernali vengono accantonate. Regolari tempi e modalità evitano l'affaticamento fisico e, indirettamente, quello psicologico.
Sapendo che è un periodo di passaggio, chi sente l'acuirsi di tali sintomi, deve agire su se stesso convincendosi che non c'è nulla di grave e che non è altro che il cambio di stagione. Non si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di un peggioramento stabile, ma solo passeggero.
E' sempre bene rivolgersi al proprio medico curante, che si segua o meno una terapia farmacologica, farsi consigliare prima di aumentare o acquistare medicinali nella paura di un aggravamento, oppure, semplicemente, si può ricorrere a rimedi naturali come la valeriana senza il timore di sviluppare dipendenze o alterazioni della lucidità. E aspettare che arrivi l'estate.